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giovedì 10 giugno 2010

La presenza ebraica in Sicilia

La Sicilia, nella sua lunga storia, è stata abitata e conosciuta da tanti popoli. Gli ebrei, nella loro lunga storia hanno conosciuto ed abitato tante terre... Eppure pochi "incontri" furono così felici come quello fra l'isola mediterranea ed il popolo d'Israele. Per oltre quindici secoli gli ebrei abitarono la Sicilia, in pace e prosperità, e di quella presenza restano ancora molti segni, nella memoria e nella cultura di entrambi i popoli. Per questo è giusto ricordare, ripensare al passato per comprendere il futuro...
Ma è nella seconda metà del XV secolo che la situazione inizia a precipitare, scoppiano sporadici casi di antisemitismo e la rapacità dei monarchi spagnoli aumenta come l'aggressività antiebraica della chiesa cattolica. Il re di Aragona, Ferdinando, sposa la regina di Castiglia, Isabella, facendo nascere il regno di Spagna, che si lancerà nella "Reconquista" dell'ultimo dominio arabo in Spagna, quello di Granada (anch'esso indebolito da problemi e rivalità interne). Nel 1492, pressati dall'arroganza e dall'intolleranza della chiesa cattolica (guidata in Spagna dal famigerato inquisitore Torquemada) e spinti altrettanto dal desiderio di impossessarsi dei notevoli patrimoni degli ebrei che risiedevano nei loro domini, i sovrani emanano il drammatico editto di espulsione, che fu preceduto da una breve ma intensa campagna di odio (la ciclicità della storia riporterà un fenomeno simile nel '900, quando il governo fascista farà precedere le sue "leggi razziali" da una violenta campagna di diffamazione degli ebrei). Tutti gli ebrei avevano tre mesi per lasciare il regno, abbandonando i loro averi (che furono accuratamente catalogati per potersene impossessare) e la terra in cui da secoli vivevano prosperamente. Altrimenti erano obbligati alla conversione al cattolicesimo, dove peraltro erano soggetti ad un regime assai diverso da quello degli altri cattolici: il termine con cui erano indicati ("marranos" cioè maiali, in ebraico erano detti "anussim") dimostra chiaramente come la loro condizione fosse estremente dura ed ingiusta. Centinaia di migliaia di ebrei spagnoli furono costretti ad emigrare verso altre terre (paesi arabi, Europa centro-settentrionale). ................
Gli studiosi calcolano che lasciarono la Sicilia circa 40mila persone, alla volta della Grecia (dove nacquero delle "Schole" siciliane), del Regno di Napoli (in cui esisteva già una cospicua presenza ebraica, anche lì, pochi decenni dopo venne decretata l'espulsione), di Roma (anche lì nacque una Schola siciliana, una delle cinque del ghetto dell'Urbe, sopravvissuta fino al XIX sec.) e dell'Italia centrale e, in misura minore, verso altri luoghi (paesi arabi, Balcani). Coloro che rimasero subirono pesanti discriminazioni patrimoniali e giuridiche, nonostante le quali (e nonostante l'ossessiva pressione degli inquisitori) in tanti continuarono a praticare in segreto il culto giudaico.
Con la conquista spagnola di Tripoli, nel 1510, molti ebrei fatti prigionieri furono venduti come schiavi in Sicilia creando un paradossale e tragico "ritorno". Della loro sorte si sa abbastanza poco, anche se l'argomento è oggi all'attenzione di diversi studiosi. ............
Nonostante tutto, qualcuno ancora oggi, dice che la Sicilia è un po' la "seconda Israele"... Ad oggi non esiste una comunità ebraica in Sicilia, seppure sono presenti diverse famiglie ed anche alcune organizzazioni israelitiche, ma la memoria della presenza giudaica è tutt'altro che scomparsa: dalla gastronomia a talune espressioni dialettali, da alcune tradizioni dell'artigianato fino al vero, grande, dono che gli ebrei hanno lasciato alla Sicilia: la vocazione alla tolleranza e al rispetto delle diversità.
Sicilia, en su larga historia, ha sido habitado y conocido por mucha gente. Los Judios, en su larga historia han conocido y vivido muchas tierras ... Sin embargo, pocos "reuniones" estaban tan felices como la que separa la isla del Mediterráneo y el pueblo de Israel. Desde hace más de quince siglos Judios vivió en Sicilia, en paz y prosperidad, y que todavía hay muchos signos, la memoria y la cultura de ambos pueblos. Por lo tanto, es justo decir, volver a reproducir el pasado para entender el futuro ... Pero es en la segunda mitad del siglo XV que la situación empieza a caer, romper casos esporádicos de la lucha contra el antisemitismo y la rapacidad de los monarcas españoles como la agresión cada vez mayor contra los judíos de la Iglesia Católica. El rey de Aragón, Fernando se casó con la reina de Castilla, Isabel, dando lugar al reino de España, que se lanzará en la "Reconquista" última regla árabe en España, a Granada (también debilitado por rivalidades internas y los problemas ). En 1492, presionado por la arrogancia y la intolerancia de la Iglesia Católica (dirigidos por el inquisidor notoria Torquemada en España) y también impulsado por el deseo de tomar posesión de bienes importantes de Judios que vivían en sus dominios, los gobernantes promulgar el edicto dramático de expulsión, que fue precedido por una breve pero intensa campaña de odio (la naturaleza cíclica de la historia informará de un fenómeno similar en 900, cuando el gobierno fascista precederá a su "leyes raciales" de una violenta campaña de difamación de los Judios). Todos los Judios tenido tres meses para abandonar el reino, dejando sus pertenencias (que fueron catalogadas cuidadosamente potersene incautada) y la tierra vivían prósperamente durante siglos. En caso contrario, se vieron obligados a convertirse al catolicismo, que también fueron sometidos a un régimen muy diferente de otros católicos: el término que se muestra ("marranos" los cerdos es decir, se llama en hebreo "anussim") demuestra claramente su condición estremente era duro e injusto.Cientos de miles de Judios españoles se vieron obligados a emigrar a otras tierras (los países árabes, en Europa del Norte). ................ Los estudiosos estiman que cerca de 40 mil personas abandonaron Sicilia, a Grecia (donde nacieron de "Scholar" en Sicilia), el Reino de Nápoles (donde ya había una presencia judía grande, incluso allí, unas cuantas décadas después de la expulsión se decretó ), Roma (Schola también allí nació una de Sicilia, una de las cinco en el gueto de la ciudad, sobrevivieron hasta el siglo XIX.) y el centro de Italia y en menor medida, a otros lugares (los países árabes, los Balcanes). Los que se quedaron sufrieron la propiedad pesados y la discriminación legal, que a pesar de (ya pesar de la presión de los inquisidores obsesivo) en muchos siguieron practicando en secreto el culto judío.
Con la conquista española de Trípoli en 1510, muchos prisioneros judíos fueron vendidos como esclavos en Sicilia, la creación de un paradójico y trágico "retorno". Su destino no sabemos relativamente poco, incluso si el argumento es ahora la atención de varios estudiosos. ............
A pesar de todo, alguien sigue diciendo que Sicilia es un poco "el segundo Israel" ... Hasta la fecha no hay una comunidad judía en Sicilia, aunque hay varias familias e incluso algunas organizaciones judías, pero el recuerdo de la presencia judía no es en modo alguno han desaparecido de los alimentos a determinadas expresiones en dialecto, algunos hasta las verdaderas tradiciones de , gran regalo que loiversidad.s Judios dejó Sicilia: el llamado a la tolerancia y el respeto a la diversidad.

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